Tutti i riflettori sono puntati sul viaggio che il presidente americano Joe Biden sta compiendo in queste ore in Europa. La sua partecipazione al vertice Nato, al G7 e al Consiglio europeo di giovedì 24 e venerdì 25 marzo è volta a rafforzare l’alleanza dell’Occidente contro Mosca. E’ un’alleanza non senza qualche crepa a cominciare dalla richiesta americana di inserire nelle sanzioni anche le importazioni di gas indispensabili a Paesi europei come Italia e Germania. Del resto, la Russia ogni giorno incassa 750 milioni di dollari per forniture energetiche, una fonte di finanziamento inesauribile per le operazioni belliche in Ucraina che Washington vuole prosciugare nonostante le perplessità europee.
Ma le preoccupazioni maggiori riguardano le prossime mosse di Pechino che finora sono apparse ambigue e attendiste. ”Gli alleati – ha detto ieri il segretario generale della Nato Stoltenberg – sono preoccupati che la Cina possa dare sostegno materiale all’invasione russa. Mi aspetto – ha aggiunto il segretario Nato – che i leader chiedano alla Cina di astenersi dal sostenere la guerra condotta dalla Russia e di unirsi al resto del mondo nel chiedere la fine immediata dellaguerra in Ucraina”.
Romano Prodi, ex presidente della Commissione Ue ed ex premier italiano ha detto di recente che avrebbe dato non si sa che cosa per assistere al colloquio tra Putin e Xi Jinping durante l’apertura delle ultime Olimpiadi invernali di Pechino. Una frase tra i due però è uscita in chiaro e non è affatto rassicurante: “Non ci sono limiti nelle relazioni tra Cina e Russia”.
Mosca era forse convinta che la Cina sarebbe corsa in suo aiuto contro l’Occidente, offrendo sostegno politico ed economico. Ma la Cina non è ancora pronta a giocare la grande partita dell’egemonia politica su scala globale. Deve completare le sue riforme economiche e finanziarie per le quali è ancora troppo dipendente dall’estero. Se con la Russia gli scambi ammontano a 140 miliardi di dollari con il resto
dell’Occidente raggiungono ormai una cifra vicina a 1400 miliardi di dollari. Ma c’è anche un calcolo di più lungo respiro nell’ambiguità della posizione cinese. Come ipotizza il Wall Street Journal se l’invasione dell’Ucraina segnerà la ‘scomparsa’ della Russia come superpotenza, si potrà creare un vuoto che Pechino potrebbe sfruttare per rafforzare la sua centralità globale. E Mosca diventerebbe un satellite di Pechino. A Bruxelles nei vertici Nato e del Consiglio europeo il ruolo della Cina verrà sollevato. Presentando gli appuntamenti europei in Parlamento ieri lo stesso premier italiano Mario Draghi ha tenuto a ricordare che “la Cina ricopre un ruolo di grande influenza nelle dinamiche geopolitiche e di sicurezza globali. È fondamentale che l’Unione Europea sia compatta nel mantenere aperti spazi di dialogo con Pechino, perché contribuisca in modo costruttivo allo sforzo internazionale di mediazione. Il Vertice Ue-Cina del prossimo 1° aprile sarà un’occasione per sottolineare la nostra posizione”. Secondo Draghi “dobbiamo ribadire la nostra aspettativa che Pechino si astenga da azioni di supporto a Mosca e partecipi attivamente e con autorevolezza allo sforzo di pace. Questo messaggio è emerso anche durante il lungo confronto telefonico tra il Presidente Biden e il Presidente Xi Jinping il 18 marzo e negli sforzi diplomatici che lo hanno preceduto. Mi riferisco in particolare all’incontro tra il Consigliere per la sicurezza americano, Jake Sullivan, e il Direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri cinese, Yang Jiechi, avvenuto a Roma la settimana scorsa”.
La Cina anzichè armi potrebbe dare un aiuto economico alla Russia soprattutto ora che il rublo
è precipitato al minimo storico all’inizio di questo mese. I tassi di interesse sono superiori al 20% e le agenzie di rating hanno declassato le obbligazioni russe allo status di spazzatura. Centinaia di aziende globali stanno lasciando la Russia. “Questa è l’eredità che Putin lascerà in Russia – ha detto ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Putin è diventato anche il peggior nemico del popolo russo. Ma prima di tutto è responsabile della tragedia umana in Ucraina”.