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un blog di GERARDO PELOSI

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SE VERTICE UE DIVENTA UN CONSIGLIO DI GUERRA

MA SENZA ESERCITI E SENZA FONDI COMUNI

Venti di guerra spirano a Bruxelles. Per la prima volta pure nel testo del comunicato finale che verra’ approvato oggi a conclusione del vertice Ue faranno capolino (e in maniera neppure tanto criptica) termini che rimandano a scenari di guerra.

Un’Europa, insomma, nata sulle ceneri della seconda guerra modiale e come antidoto a nuove guerre torna ad occuparsi di difesa ed eserciti. La guerra in Ucraina e’ alle porte e sembra che lo sforzo compiuto finora in termini di aiuti militari per 138 miliardi di euro non abbia mutato gli equlibri delle forze . Di qui il tema di fare scendere in campo direttamente anche uomini della Nato di cui, sia pure tra mille distinguo, ha cominciato a parlare il presidente francese Emmanuel Macron. Subito smentito dai partner e dalla stessa Nato.

Alla vigilia di elezioni che potrebbero modificare anche i rapporti di forza tra le famiglie politiche europee, l’Europa si interroga sul suo futuro che contempla un impegno molto piu’ marcato rispetto al passato sul tema della difesa. I 27 capi di Stato e di Governo insieme alla presidente del Parlamento europeo ne hanno discusso ieri in un pranzo di lavoro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Le preoccupazioni maggiori riguardano la situzione a Gaza con un”operazione di terra minacciata a Rafah ma anche l’Ucraina rappresenta un fronte da monitorare giorno dopo giorno.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la ferma volonta’ di mantere il sostegno a Kiev. Ma un salto di qualita’ nel meccanismo degli aiuti sembra improrogabile e si intreccia con le capacita’ militari dell’Europa. I 27 leader stanno discutendo della necessita’ per l’Europa di aumentare la sua prontezza alla difesa; del modo di rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa dell’Ue e di misure per rendere l’industria della difesa piu’ resiliente e competitiva. Inoltre, sulla base di una presentazione della Commissione europea, i leader discuteranno anche della strategia industriale europea della difesa e del programma europeo di investimenti nel settore.

Ma c’e’ da dire che soprattutto in vista di un potenziale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, i leader europei secondo un’analisi di Politico potrebbero temere uno scenario in cui gli Stati Uniti rimettano in discussione le garanzie di sicurezza per l’Europa mentre la Russia potrebbe decidere di testare sul terreno la clausola di difesa collettiva della Nato prendendo di mira un Paese dell’alleanza.

Fra le opzioni sul tavolo, date le scarse capacita’ di manovra in termini di bilancio, c’e’ l”idea di emettere un altro round di obbligazioni congiunte dell’Ue cge sta guadagnando terreno ed e’ sostenuta per l’Italia dal ministro degli Esteri Tajani. Si e’ formata un’alleanza guidata da Francia, Estonia e Polonia a favore del prestito congiunto” che, tuttavia, dovra’ superare lo scetticismo di Germania e Paesi Bassi. Un fondo sovrano con debito comune che dovrebbe servire non solo per la difesa ma anche per la transizione verde e per la competitivita’ come proposto dal rapporto messo a punto da 50 personalita’ europee riunitesi a Cascais in Portogallo a fine 2023 (per l’italia l’economista Fabrizio Pagani e l’ambasciatore Piero Benassi).

Da Kiev il dibattito europeo viene seguito con particolare attenzione anche se il presidente Zelenski preferisce concentrarsi sugli aspetti positivi. “le munizioni sono una questione vitale – dice Zelenski- sono grato per la creazione del Fondo di assistenza all’Ucraina che ammonta a 5 miliardi di euro e per il sostegno all’iniziativa della Repubblica Ceca per l’acquisto di munizioni per i nostri soldati.

Questo aiuterà. Purtroppo l’uso dell’artiglieria in prima linea da parte dei nostri soldati è umiliante per l’Europa, nel senso che l’Europa può fornire di più. Ed è fondamentale dimostrarlo adesso”. “Perché – ha aggiunto – se ci sarà abbastanza sostegno per l’Ucraina, ciò dimostrerà agli amici di Putin che ci sarà abbastanza sostegno anche se questa persona folle ordinerà l’espansione dell’aggressione ad altri paesi europei”.

Nonostante i venti di guerra che secondo i parlamentari di Cinque stelle stanno trasformando il vertice Ue in un Consiglio di guerra, l’alto appresentante per la politica estera europea Josep Borrell ha precisato che l’appello rivolto agli europei affinché siano consapevoli delle sfide che ci trovamo ad affrontare è positivo, ma non dobbiamo nemmeno esagerare. La guerra non è imminente. Ho sentito alcune voci dire: ‘La guerra è imminente’. Ebbene, grazie a Dio, la guerra non è imminente. Viviamo in pace. Sosteniamo l’Ucraina. Non facciamo parte di questa guerra, sosteniamo semplicemente l’Ucraina. E dobbiamo prepararci per il futuro, aumentare le nostre capacità di difesa”.

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